Il mio modo di fare regia è del tutto personale, è la conseguenza del mio percorso formativo, è ‘regia coreografica’: cerco la continuità del messaggio musicale nel movimento.

#MANIFESTO

Opera director
La mia visione registica è di stampo coreografico: cerco una continuità del messaggio musicale anche nel movimento scenico. Sono convinta che ci debba essere una coerenza tra i livelli narrativi di uno spettacolo musicale. Metto in pratica questo concetto nei miei allestimenti di teatro musicale e di opera: prima di tutto traendo ispirazione dalla frase musicale, dal cambiamento di tempo, dalle modulazioni, su cui costruisco la mia idea. Ci tengo anche a parlare della regia di spettacoli che presentano una contaminazione tra le arti, fondamentali nel mio percorso artistico e umano: la recitazione insieme alla danza, alla musica, al canto, alla presenza di elementi visivi (video-proiezioni o dipinti).

La musica è il primo livello narrativo su cui lavoro, sia che si tratti di uno spettacolo di contaminazione (con musica, danza, recitazione), sia che si tratti di opera lirica. Inizio da un ascolto attento dell’opera con lo spartito sotto mano, leggo la musica e segno i momenti che più mi emozionano, seguendo le suggestioni.
La seconda tappa è lo studio del testo letterario, il ‘libretto’ nell’opera e il ‘copione’ di prosa. Mi concentro sulla struttura drammaturgica: metto in evidenza il climax della storia, schematizzo i rapporti di causa-effetto della vicenda, analizzo la psicologia dei singoli personaggi, li faccio vivere come se avessero una loro storia, capisco quali sono le loro emozioni, il modo di pensare e agire, le debolezze e fragilità. Senza giudicarli do loro la vita.
Passo poi alla seconda lettura musicale dell’opera con un atteggiamento più critico: mi fermo e riascolto gli stessi passaggi più volte al fine di non dare nulla per scontato. Segno dove ci sono cambi di tonalità, dove l’armonia modula, per riuscire a mettere in rilievo il cambio di sentimento che è in atto, o che in modo più complesso viene anticipato rispetto alla narrazione drammaturgica.
Dopo questa fase mi chiedo quale sia l’ambientazione più adatta, se mantenere la vicenda storicizzata, se trasportarla nella contemporaneità oppure se scegliere la messa in scena atemporale, più concettuale e astratta. Definito questo studio il contesto deciso dal punto di vista generale, attraverso ricerche di immagini dell’epoca, libri che trattano i fenomeni sociali e politici.
Tutto ciò precede il vero e proprio lavoro con il cantante-attore che sarà il principale fautore della vita del suo ruolo. Con l’artista ripercorriamo l’analisi sul personaggio e ci confrontiamo sulla sua storia. Per me è importante capire la natura ed il modo di sentire dell’artista e su quella, senza stravolgerla, far nascere il ruolo.
Lavoro molto quindi sugli aspetti generali come la camminata, la postura, la gestione dello sguardo in base al carattere del ruolo e poi, a seguire, sulla caratterizzazione del personaggio. Nel momento in cui il cantante-attore riesce a far sue anche le ragioni fisiche, sale vincente sul palco, sapendo di poter contare appieno su se stesso. L’opera, per la sua struttura formale che prevede il canto invece che la recitazione parlata in scena, ha una sorta di difficoltà comunicativa con lo spettatore. Io, con il mio metodo, cerco di far arrivare la verità del personaggio. Questa è la parte di lavoro più concettuale, poi seguono le prove di regia più pratiche e standardizzate.

#PRODUZIONI

La Traviata di Giuseppe Verdi

Il Borgo in Opera, Guardavalle

Regia, allestimento scenico, costumi, luci

Cavalleria Rusticana di Mascagni

Il Borgo in Opera, Guardavalle

Regia

L’ammalato immaginario di Leonardo da Vinci

Corte del Palazzo di Città di Locri

Regia e luci

Turandot di Giacomo Puccini

Area archeologica Tempio di Marasà, Locri

Coreografie

Don Giovanni di Mozart

Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria

Regia

La Villa dei Misteri

Teatro Vittoria di Torino

Regia e coreografia, allestimento scenico e luci

Nabucco di Giuseppe Verdi

Piazza del Popolo di San Vito al Tagliamento

Regia e luci

Madama Butterfly di Giacomo Puccini

Festival Alta Felicità di Venaus

Regia e luci

Marco Polo

Teatro Comunale di Adria

Regia, coreografia e luci

La Vedova Allegra di Franz Lehár

Teatro Coccia di Novara

Coreografia

Carmen di Georges Bizet

Tang Xianzu International Theater Festival, Fuzhou - Cina

Coreografia

Corto

Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino

Video

Tangoblio

Tour in Calabria 20170812

Regia e coreografia

Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart

Teatro Cilea di Reggio Calabria 20170303

Coreografia

La villeggiatura in panchina di Alessandro Kirschner

Adria 20160605

Regia e coreografia

#RECENSIONI

“Uno spettacolo che a conti fatti chiude il sipario dopo ben tre ore trascorse con brio e garbo. Tra i movimenti funzionano in particolare (…) il concertato maschile ‘È scabroso le donne studiar’. Fiore all’occhiello di una produzione gustosa il piacevolissimo balletto coreografato da Sofia Lavinia Amisich”

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By Paolo T. Fiume, I teatri dell’Est

“Oltre il pathos della recitazione e la forza del canto è proprio la commistione fra tango e danza contemporanea che rende nuovo e diverso lo spettacolo (…) E’ Sofia Lavinia Amisich una giovane regista e coreografa (sue le coreografie dei due tanghi tradizionali) che, riuscendo a costruire abilmente un continuum fra musica, danza, canto e recitazione che restituisce il mondo musicale e poetico di Piazzolla, Ferrer e Borges con grande forza e senso della contemporaneità, ha dimostrato di aver fatto tesoro delle proprie esperienze formative e professionali accanto a “maestri” come Enrico Stinchelli, Vassilios Anastasiou, Renato Bonaiuto (accanto al quale ha lavorato per diverse produzioni liriche), Marco Baliani (con cui ha collaborato presso l’INDA a Siracusa)”.

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By Horacio Castiglione, I teatri dell’Est

“Ben realizzata la coreografia preparata da Sofia Lavinia Amisich – per l’occasione anche aiuto regista – la quale, nonostante il poco tempo a disposizione, è riuscita a far muovere abilmente i cantanti sui passi del fandango previsto dal finale del terzo atto”

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By Paolo Misiti, OperaClick

“Coro che, come del resto i solisti, si è impegnato anche nel ballo del fandango al terzo atto sotto la guida dell’infaticabile ed inesauribile coreografa ed aiuto regista Sofia Lavinia Amisich

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By Andrea Merli, I teatri dell’Est

“Spumeggiante, estroso, dinamico, lo spettacolo di Renato Bonajuto e Andrea Merli coinvolge e diverte (…) e a proposito di danze, fantasiose le coreografie di Sofia Lavinia Amisich e bravi gli artisti del Corpo di ballo, che molto bene si sono inseriti nella folle journée, partecipando attivamente a questa briosa follia ‘pontevedrina’.

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By Barbara Catellani, OperaClick

“Questa “Traviata”, con interpreti di alto livello e scelte coreografiche, alcune molto interessanti per il dinamismo scenico come la danza di due giovani innamorati durante il preludio del terzo atto, ha creato una magia che si è andata gradatamente estendendo a tutto il pubblico.”

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By Giuseppina Mangione, MessinaWebTv

“Autentico scontro di titani, si è rivelato la carta vincente di uno spettacolo in vero suggestivo, per la regia di Franco Marzocchi coadiuvato da Sofia Lavinia Amisich, dove si è puntato su una lettura nell’ambito della più lodevole tradizione, ma senza mai perdere di vista il sottotitolo che di questa gemma tra le gemme operistiche esige il “dramma giocoso”. L’azione si svolge in un’ottica ironica, a tratti sarcastica, che coinvolge i due colossi che giganteggiano da par loro in scena, sostenuti da una vocalità che oggi come oggi è raro sentire in Mozart, piena, rigogliosa, ma stilisticamente sempre controllata, rivelandosi una “strana coppia” con una verve ed un connubio di intenti e soluzioni anche comiche inaspettate ed imprevedibili.

La cornice l’ha fornita un impianto scenico praticamente fisso, ma molto suggestivo: una pedana semicircolare inclinata ed interrotta a metà da una gradinata, in parte isolata da un semicerchio di tulle bianco che, grazie alle innovative proiezioni astratte ed alle trasparenze giocate con un sapiente gioco di luce, è servito a ricreare ambienti ed atmosfere ed ha favorito il sapiente movimento degli interpreti”.

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Intervista a Sofia Lavinia Amisich

By Andrea Merli, I Teatri dell’Est

“Grande soddisfazione è stata espressa dai registi della rappresentazione. In particolare Franco Marzocchi ha dichiarato che «Siamo molto soddisfatti dell’accoglienza che il pubblico ha tributato a questa compagine di eccelsi professionisti che hanno onorato il Teatro Cilea di Reggio Calabria che ieri sera ha potuto risplendere come la sua tradizione insegna. Gli spettatori hanno apprezzato l’allestimento scenico, comprendendo pienamente che tutta l’azione, pur realizzata con preziosi costumi settecenteschi, si svolgesse in una dimensione di pittura astratta per esaltare le dinamiche teatrali interne all’opera stessa e quindi i giochi di ruoli e relazioni fra i personaggi», mentre la regista Sofia Lavinia Amisich ha aggiunto «è un piacere lavorare con professionisti di tale livello. Tutto si realizza quasi magicamente. Mi preme però segnalare lo straordinario rapporto fra i preziosi costumi d’epoca disegnati da Alessandro Lai e i fondali astratti realizzati da Gianni Melis e Emiliano Pascucci partendo dalle pitture di Angelo Ciano. Hanno dato un alone di atemporalità trascendente a tutta l’opera.”

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By Redazione, Il Quotidiano del Sud

“In ‘Don Giovanni’ di Mozart ci ha molto colpito la scelta registica di Franco Marzocchi e Sofia Lavinia Amisich di affidare a delle proiezioni continue di macchie di colore la responsabilità di connotazione drammaturgica dell’intera rappresentazione. Scelta rischiosa che però ha avuto le sue ragioni: lo sciame emotivo così rievocato ha offerto il previsto contributo narrativo allo spettatore e, altrettanto, ha contrapposto in maniera efficace e convincente degli elementi di contemporaneità all’interno di un allestimento tradizionale producendo un mix di ottimo gusto. Molto bello.

By Antonio Smaldone, L’Opera

“La regia di Sofia Lavinia Amisich è riuscita a fondere tutti gli elementi a disposizione con rispetto e maestria, mettendo i cantanti nella condizione di esprimere al massimo le loro doti sceniche. [] Emblematica su tutte, per intensità e fascino, la scena della processione. Sulle note del mistico “Regina coeli” di Mascagni un corteo scende l’imponente scalinata che domina il centro esatto della scena: nel buio sfilano i fedeli con le lanterne e i paramenti sacri, arrivano in fondo al palco e tornano indietro, a suggerire un percorso che si snoda trai vicoli di tutto il borgo: un colpo d’occhio magico. Ma la vera magia è che quei fedeli sono i “guardavajoti” stessi, che per una sera mettono in scena da comparse la tradizione reale del loro paese, anche i costumi, i paramenti e gli oggetti sacri sono quelli della comunità religiosa, mentre i bambini che giocano ai lati del palcoscenico sono la fusione perfetta di gioco e teatro.

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By Franco Laganà, Il Quotidiano del Sud

#ABOUT AMISICH

Sofia Lavinia Amisich, nata nel 1992, si occupa di regia coreografica di opera lirica e Spettacoli di contaminazione artistica. Cresciuta in una famiglia di musicisti, fin da piccola si immerge nel mondo dell’arte. Lo studio della musica iniza prestissimo, all’età di 5 anni con il violoncello, a 15 il pianoforte e il canto. Nel 2016 si è laureata in Canto Lirico presso il Conservatorio ‘Buzzolla’ di Adria, perfezionandosi con Bianca Maria Casoni e nel 2018, con il massimo dei voti, nel biennio specializzante di ‘Regia ed Arte scenica’ del Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino.

Alla musica affianca fin da giovanissima la formazione professionale di balletto, danza moderna, fino ad arrivare al tango argentino e le discipline aeree. Una delle prime esperienze artistiche fu nel ruolo di ballerina-mimo nell’opera “Feste Veneziane” di Luigi Donorà (2006). Poi nel ruolo di Suor Osmina e La Novizia nella produzione di “Suor Angelica” di Puccini, dalla regia di Mara Zampieri; nel ruolo di Lucia ne “I Due Timidi” di Nino Rota. Ha cantato con il Coro Lirico-Sinfonico di Verona nel Concerto di Ennio Morricone all’UnipolArena di Bologna nel 2014 e all’Arena di Verona nel 2015.
Sofia Lavinia Amisich ha iniziato la sua carriera come assistente alla regia e coreografa nel 2016. Ha lavorato con diversi acclamati artisti, inclusi Daniela Mazzuccato, Max Renè Cosotti, Mauro Trombetta, Enrico Stinchelli, Marco Baliani, Renato Bonajuto, Vassilios Anastasiou, Artemio Cabassi, nei seguenti titoli: “Traviata”, “Lucia di Lammermoor”, “I Due Timidi”, “Il Signor Bruschino”, “Madama Butterfly”, “Carmen”, “Sette contro Tebe”, “Nozze di Figaro”, “La Vedova Allegra”. Ha collaborato con Sartoria Tirelli di Roma, l’INDA Fondazione di dramma antico a Siracusa,
Ha firmato regie e coreografie presso il Tangxuanzu Drama Festival di Fuzhou-Cina, Macao International Opera Festival, Teatro di Tradizione Coccia di Novara, Teatro Comunale di Adria, Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso, Teatro di Tradizione di Savona Opera Giocosa, Teatro Comunale Pavarotti di Modena, Teatro Vittorio Emanuele II di Messina.
Ha allestito con la sua regia coreografica e luci i seguenti titoli: “Brundibar” di H. Krasa (2016), l’opera per ragazzi “La Villeggiatura in Panchina” di A. Kirschner (2016), il cortometraggio musicale “Bullismo: ora basta!” (2016), il video di danza “Corto” (2017), l’opera lirica per voci bianche “Costruiamo una città” di Hindemit (2017), lo spettacolo su Borges e Piazzolla “Tangoblio” (2017/2018), “Marco Polo – Il viaggio delle meraviglie” di A. La Rocca (2018), lo spettacolo lirico “Voci di donna” (2018), “Madama Butterfly” di G. Puccini all’Arena Borgata di Venaus (2018), “Nabucco” di G. Verdi a Tolmezzo e San Vito al Tagliamento in occasione dei festival Carniarmonia e Opera in Piazza (2018), “La Villa dei Misteri” di Di Virgilio al Teatro Vittoria di Torino (2018). Nel 2018 un grande passo in avanti nella sua carriera è segnato dalla regia co-firmata assieme a Franco Marzocchi del “Don Giovanni” di W.A. Mozart al Teatro Cilea di Reggio Calabria con con Roberto Scandiuzzi, Liliana Marzano, Didier Pieri, Vedat Dalgiran, Paoletta Marrocu, Orlin Anastassov, Salvatore Grigoli, Alexandra Zabala, alla direzione Gianna Fratta e Gianni Melis come light design.
Viene chiamata a tenere Masterclass di movimento ed interpretazione scenica per cantanti, come esperta lirica in conferenze e ha inoltre un sentito interesse per i progetti educativi. Lavora in Italia, Svizzera e Cina.

#CONTATTI

Per progetti, collaborazioni, interviste ti prego cortesemente di inviarmi un messaggio e di compilare i campi sottostanti. grazie!
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