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Franco Laganà, Il Quotidiano del Sud

“La regia di Sofia Lavinia Amisich è riuscita a fondere tutti gli elementi a disposizione con rispetto e maestria, mettendo i cantanti nella condizione di esprimere al massimo le loro doti sceniche. [] Emblematica su tutte, per intensità e fascino, la scena della processione. Sulle note del mistico “Regina coeli” di Mascagni un corteo scende l’imponente scalinata che domina il centro esatto della scena: nel buio sfilano i fedeli con le lanterne e i paramenti sacri, arrivano in fondo al palco e tornano indietro, a suggerire un percorso che si snoda trai vicoli di tutto il borgo: un colpo d’occhio magico. Ma la vera magia è che quei fedeli sono i “guardavajoti” stessi, che per una sera mettono in scena da comparse la tradizione reale del loro paese, anche i costumi, i paramenti e gli oggetti sacri sono quelli della comunità religiosa, mentre i bambini che giocano ai lati del palcoscenico sono la fusione perfetta di gioco e teatro.

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